Si parla tanto di empowerment femminile e parità di genere, ma cosa è stato fatto finora in loro favore?
La condizione delle donne in Italia ora è molto cambiata anche grazie all’inserimento e alla partecipazione alla vita sociale e politica, seppure con limiti ancora molto evidenti. La strada per arrivare a questi primi risultati è stata lunga e difficile e caratterizzata da ostacoli e sacrifici.
Solo di recente sono state promulgate leggi che tutelano le donne dal femminicidio, dallo stalking e dalla violenza domestica, ma in ambito lavorativo non esistono ancora leggi che prevedono la parità di trattamento tra uomini e donne. Basti pensare che ancora oggi in molte realtà lavorative non esiste il divieto di licenziamento per le donne in stato di gravidanza, molte donne quindi sono costrette a scegliere tra vita professionale e vita familiare.
Sono tanti gli aspetti da considerare: a parità di mansioni, le donne guadagnano meno rispetto agli uomini, l’accesso al mondo del lavoro per le donne è prevalentemente orientato su posizioni meno prestigiose e retribuite, e solo una donna su quattro riesce a ricoprire ruoli dirigenziali.
Come promuovere l’emancipazione femminile?
Raggiungere l’uguaglianza di genere e l’autodeterminazione di tutte le donne e ragazze è uno degli obiettivi dell’Agenda 2030 che mira ad ottenere la parità di opportunità tra donne e uomini nello sviluppo economico, l’eliminazione di tutte le forme di violenza nei confronti di donne e ragazze (compresa l’abolizione dei matrimoni forzati e precoci) e l’uguaglianza di diritti a tutti i livelli di partecipazione.
Si potrebbero pensare strategie e azioni utili a sostenere le aziende che promuovono il ruolo della donna nella società a partire da istruzione, lavoro, sociale, imprenditoria. Occorrono importanti iniziative per un lavoro davvero flessibile che eviterebbe a molte donne di scegliere tra vita professionale e vita familiare.